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Il ciuccio: un alleato davvero importante - Donnatalk

Il ciuccio: un alleato davvero importante

MammeIl ciuccio: un alleato davvero importante

Tra le tante cose di cui un bambino ha bisogno fin dai primi mesi di vita – e probabilmente anche una tra le più economiche – c’è il ciuccio. Ma ne hanno davvero bisogno i bambini?

Sono molte le opinioni sul tema. Tante vedono il ciuccio come qualcosa di negativo o come un vizio da evitare da dare al neonato. C’è chi sostiene che il ciuccio faccia male alla bocca e alla crescita dei dentini. E chi addirittura pensa che, negando il ciuccio al bimbo, si possa trasmettergli una sorta di insegnamento riguardante la “rinuncia”. Come se il neonato rinunciandovi, possa diventare più forte ed emancipato.

Diverse persone forse non sanno che i bambini, già nel grembo materno, attuano istintivamente la suzione. Ciò rimane come un ‘imprinting’ nei primi anni di vita; un imprinting che ripetuto genera un conforto nel neonato assolutamente positivo anche dopo la nascita. Non è inusuale infatti vedere un infante succhiarsi la manina, la copertina o semplicemente muovere nel sonno le labbra autonomamente.

La domanda da farsi sorge allora spontanea: visto che l’uso del ciuccio porta il neonato a sentirsi più rilassato e protetto, perché negarglielo a priori o per sentito dire?

Il ciuccio aiuta il neonato a dormire più serenamente e di conseguenza diventa un ottimo aiuto per le notti insonni delle stesse mamme. Questo perché la suzione stimola la produzione di serotonina (un ormone che rilascia tranquillità). Dormire meglio gioverà a entrambi i genitori e al neonato, il quale sarà pronto ad affrontare la nuova giornata più dolcemente.

Il ciuccio e la morte in culla

Si è molto sentito parlare della “Morte in culla” o SIDS (Sudden Infant Death Syndrome), che ancora oggi rimane oggetto di studio scientifico e le cui cause sono tutt’ora un interrogativo senza risposta. Tale sindrome è una delle principali cause di morte tra il primo mese di vita e l’anno del bimbo.

L’informazione positiva al riguardo della SIDS è che si può almeno in parte  prevenire seguendo certe accortezze e suggerimenti: non riporre il neonato dormiente a pancia in giù ma piuttosto supino o di fianco; tenere libero lo spazio del lettino da peluche o giochi, i quali potrebbero aumentare la possibilità di soffocamento del bambino.

La Comunità Scientifica inoltre, concorda sul fatto che il ciuccio giochi un ruolo importante di protezione nel contrastare la morte in culla. Gli studi concordano sul fatto che il bimbo dormiente con il ciuccio in bocca avrebbe una maggiore possibilità di svegliarsi in caso di apnea e quindi una minore possibilità di non reagire ad un attacco respiratorio. Il ciuccio, perciò, renderebbe il sonno del bambino paradossalmente  più reattivo.

Dunque il ciuccio risulta anche un importante alleato contro la SIDS. Non è indispensabile che rimanga in bocca tutta la notte, perché anche dopo una sua ipotetica fuoriuscita dalla bocca, l’automatismo della suzione attivata da esso persisterebbe.

Questa ricerca scientifica sostiene che il ciuccio possa essere uno degli oggetti  fondamentali da usare nei primi mesi di vita. Ci sono anche altri aspetti che ne determinano la sua importanza.

Il pianto è l’unico modo di comunicare del neonato nei primi mesi di vita. Perciò sono la mamma e il papà a dover interpretare il significato delle sue lacrime, dei suoi lamenti e delle sue smorfie. Certo a volte sarà complicato o anche snervante sentire il bambino piangere ma questo, per la sua comunicazione e per il suo sviluppo cognitivo, è fondamentale. Zittire il neonato senza capirlo non è la soluzione giusta.

Il genitore dovrà decidere quando il ciuccio sarà necessario e quando no. Se pensiamo ad un bambino lasciato da solo per la prima volta con una baby-sitter o in un asilo nido, il ciuccio in questo caso sarà di certo per lui di grande aiuto e renderà  il processo di adattamento ad una persona nuova, più dolce.

Se pensiamo a un bimbo che ha mangiato, che ha dormito a sufficienza, che non presenta un malessere evidente, dargli il ciuccio potrebbe essere controproducente perché lo si abituerebbe ad averlo senza un reale motivo e soprattutto renderebbe difficile scoprire se dietro al pianto, ci sono altre ragioni più importanti. Il neonato infatti potrebbe avere le coliche o ‘fare i dentini’. Oppure potrebbe aver bisogno di essere cambiato, potrebbe avere caldo o freddo ecc.

Quando quindi poter iniziare a dare il ciuccio?

È consigliabile dare il ciuccio al neonato dopo il primo mese di vita, quando cioè l’allattamento è ormai avviato, in modo da evitare qualsiasi interferenza nella capacità del bambino di attaccarsi al seno della madre. Per quanto invece riguarda il momento in cui il ciuccio teoricamente andrebbe tolto, è giusto tenere presente il fatto che i dentisti sostengono che l’uso del ciuccio oltre ai 2/3 anni di età possa provocare danni non solo ai dentini ma anche alla bocca.

Ogni bambino chiaramente è diverso, quindi ogni mamma troverà il modo e la scusa migliore per togliere il ciuccio o ridurne l’uso nella quotidianità; pediatri, infermiere ed operatori d’infanzia sapranno consigliarvi in merito alle migliori strategie da adottare.

I ciucci non sono tutti uguali. Esistono succhietti adatti a diverse età, che si distinguono per forma e dimensioni.

Quale tipo di ciuccio scegliere?

I succhietti sono composti da due parti: la tettarella, che viene introdotta in bocca e lo scudo, che si appoggia sulla parte esterna delle labbra del bambino. I succhietti disponibili in commercio sono realizzati in caucciù o silicone. Essi possono essere prodotti in un blocco unico dello stesso materiale oppure in due parti: la tettarella in caucciù o silicone e uno scudo rigido in plastica.

Sono disponibili tre forme di ciucci: anatomica, a ciliegia e a goccia. Il ciuccio anatomico è a forma di goccia schiacciata e ricurva verso l’alto; quello a ciliegia ha l’estremità rotonda e quello a goccia ha una forma allungata e simmetrica.

In vendita si possono trovano: per i neonati, per i bimbi dai 4 o 6 mesi in su e una  per i bimbi dai 12 o 16 mesi in su.

Recentemente il più consigliato è il succhietto anatomico la cui forma sembra adattarsi meglio al palato del bambino. Ciò che è sempre importante, è assicurarsi che lo scudo abbia una dimensione tale che ne impedisca il completo inserimento nella bocca.

La sterilizzazione e l’organizzazione dei ciucci

I succhietti vanno sostituiti quando si deteriorano, perciò è bene ogni tanto ispezionarli accuratamente, se la gomma sta cambiando colore o sono presenti lacerazioni sulla tettarella, vanno cambiati con dei nuovi.

Un altro consiglio pratico è di avere diversi ciucci a disposizione sia a casa che durante le  uscite, in modo da non impazzire cercando l’unico ciuccio in tutta la casa e per poterlo tranquillamente sostituire in caso vada perso. Ai bambini spesso piace lasciar cadere il ciuccio durante le lunghe camminate con il passeggino, per poi piangere dopo dieci minuti dal lancio avvenuto.

Per quanto riguarda la pulizia del ciuccio ma anche dei biberon, essa è fondamentale soprattutto nei primi mesi vita in cui il neonato non ha abbastanza difese per proteggersi da germi esterni. Con la crescita del bambino la pulizia del ciuccio rimane sempre importante ma non deve diventare un’ossessione. Il bambino per creare anticorpi dovrà a suo modo entrare un po’ a contatto con il mondo esterno e tenerlo in una campana di vetro perennemente sterilizzata, è chiaramente impossibile.

In commercio si trovano le “salviette pulisci ciuccio” di diverse marche e prezzo comode per le uscite ma a casa sarà sufficiente lasciare il ciuccio in un pentolino con acqua bollente per cinque minuti.

Se usato correttamente il ciuccio può diventare per il bimbo un “consolatore”, capace di calmare il suo pianto in momenti di sconforto o in momenti in cui la mamma è momentaneamente assente.

Attenzione però, l’uso del ciuccio si distingue vivamente dall’abuso dello stesso. Ciò significa che va utilizzato con buonsenso e con cura; la cura chiaramente va rivolta al bambino nel cercare di capire cosa prova, perché piange e di cosa ha bisogno, al fine di evitare di “rifilare” il ciuccio per ogni sua lacrima.

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