Genitori, bambini e arte. L’esperienza di Ruth Oosterman

MammeGenitori, bambini e arte. L'esperienza di Ruth Oosterman

Siete sicuri che gli scarabocchi dei vostri figli ancora piccoli siano soltanto scarabocchi? E se fosse che non riusciamo a vederne il reale contenuto e la storia che raccontano? È vero, ad essere sinceri quando i bimbi realizzano i loro disegni, di bello è difficile che ci sia davvero qualcosa. Ma se pensaste di collaborare con loro per abbellire e dare un significato concreto a ciò che ‘scarabocchiano’?
È proprio ciò che ha pensato di fare Ruth Oosterman, artista di Toronto mamma di due bimbi, Eve e Theodore. Il suo progetto è interessante e stimolante per tutti coloro che hanno una vena artistica oppure ricercano un rapporto collaborativo e speciale con i figli.

Bambini e genitori collaborano nell’arte: un’esperienza curiosa

La canadese Ruth ha infatti costruito un’abitudine particolare con i propri figli: collaborare per creare capolavori artistici. Esatto. I bambini realizzano il loro ‘disegno’ che ai loro occhi ha un senso, mentre invece spesso è uno scarabocchio indecifrabile. In un secondo momento, sempre insieme a loro, Ruth completa le realizzazioni cercando di interpretarle. È così che una macchiolina gialla diventa un pulcino oppure una linea arrotondata il musetto di un cagnolino.

È lei stessa a descrivere ciascuna esperienza nel suo blog personale, postando immagini, video e testi per raccontare le sue sensazioni con la rubrica ‘A Collaboration with my Toddler‘. Per Ruth la collaborazione con i figli, che chiama comunque artisti, è un equilibrio estremamente delicato. “Non solo devi mantenere i tratti di pennello realizzati da loro come fondamenta dell’opera, ma devi anche tenere in considerazione la loro visione e intrecciarla con la tua”, scrive sulle sue pagine. È un atto di amore e di passione condivisa quella che unisce due menti, seppur di età molto differenti, per creare qualcosa di significativo e unico.

Bambini e genitori collaborano nell’arte: il potere del racconto

Ma non si tratta solo di realizzare opere d’arte in collaborazione. Mentre stendono i loro colori sul foglio, raccontano la storia di quel disegno. La sera, poi, coricati nel letto decidono quale storia ripetere mentre guardano i loro personaggi disegnati.
A tal proposito, l’artista canadese scrive che “fare storytelling mentre si crea insieme ti obbliga a muoverti fuori dalla tua comfort zone e ad adattarti a qualsiasi cosa avvenga successivamente”. E ancora sostiene che “significa lasciarsi andare e fondere i pensieri in modo coeso, creando una partnership che stimola l’immaginazione e la crescita artistica”. Ecco allora che un esercizio di questo tipo può aiutare concretamente nell’instaurazione di un rapporto collaborativo, saldo e di stimolazione all’originalità e all’artisticità tra bambini e genitori.

Bambini e genitori collaborano nell’arte: imitare la libertà dei bambini

Velocità e poco tempo per analisi approfondite. Questo è il mantra di Ruth. Vuole essere il più possibile libera dalle costruzioni mentali degli adulti, per avvicinarsi sempre di più alla dolce incoscienza e alla ricerca di avventura senza limitazioni dei bambini. Per questo cerca di realizzare le sue ‘aggiunte artistiche’ in mezz’ora, senza pensare troppo.
Ecco allora che l’esperienza dell’artista canadese può servire da esempio per coloro che hanno voglia di cimentarsi nella collaborazione artistica con i propri figli. In questo modo si possono testare i benefici di un esercizio di questo tipo, importanti per la mente e per lo spirito sia dei genitori che dei bambini.

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