L’abito da sposa di Francesca Ferragni costa 4500 euro? Qui lo trovi low cost

MatrimonioL’abito da sposa di Francesca Ferragni costa 4500 euro? Qui lo trovi...

Il 2023 è stato (e continua ad essere) un anno molto fiorente per i wedding planner. Anche nel mondo dei VIP, ci sono stati tantissimi matrimoni, celebrati in pompa magna, con foto e video prontamente pubblicati sui social. Uno degli aspetti più importanti quando si organizza un matrimonio è la scelta degli abiti per gli sposi.

Se per l’abbigliamento dello sposo non c’è molto da fantasticare (i modelli son sempre quelli), è l’abito della sposa che può regalare grandi soddisfazioni. Esistono, infatti, tantissimi modelli d’abito tra cui scegliere: da quelli più lisci e semplici, a quelli più ricamati, scollati, o decorati. Quest’anno, però, la moda parla chiaro: l’abito più amato dalle spose VIP è quello da principessa. Ecco dove trovare dei bellissimi abiti da sposa principeschi, con un budget molto piccolo.

Il 9 settembre Francesca Ferragni e Riccardo Nicoletti hanno celebrato il loro chiacchieratissimo matrimonio. La prima sorella di Chiara Ferragni si è sposata nel Castello di Rivalta (PC) e ha indossato un abito bustier da vera principessa. Interamente fatto in pizzo rebrodè, senza spalline e con scollo a cuore. Lo strascico e la sopra gonna, di ben 3 metri, hanno reso Francesca elegante come una le principesse delle fiabe. E, per concludere, maniche abbinate, sempre in pizzo. Firmato Atelier Emé, questo abito costa 4.500, come si può leggere dalla sezione del sito ufficiale dedicata proprio al matrimonio di Francesca. Prezzi un po’ alti, che potrebbero essere aggirati acquistando la versione low cost del vestito stesso. Sul sito di Needle & Thread, ad esempio, abbiamo trovato un abito altrettanto bello ma che costa un quarto, ovvero il Brianna Strapless Gown.

Bustier rigido senza spalline, color avorio, con vita a sirena e gonna che si allarga verso la fine. Un abito sicuramente diverso dal primo, ma che ci farebbe fare comunque un’ottima figura. E se a respirare è anche il nostro portafogli, cosa c’è di meglio?

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