Il diventare mamma, soprattutto per la prima volta, è un momento delicato che mette a dura prova lo stato mentale e fisico di una donna. Inizia un mondo nuovo fatto di scoperte e soprattutto nei primi mesi, di grande impegno. La stessa coppia deve adattarsi ad un nuovo equilibrio il quale sovente ruota attorno alla figura del neonato. Una routine fatta di cambi, bagnetti, ciuccio-non ciuccio. E come se questo non bastasse, la mamma spesso deve far fronte pure a consigli e critiche, il più delle volte non richiesti.
Parenti, amici e a volte pure sconosciuti incontrati al parco si lasciano andare a commenti ed opinioni verso le neo mamme che già devono affrontare paure ed insicurezze. Queste persone, pur non essendo in malafede, non si accorgono che, facendo a gara a chi ne sa di più, dimenticano che potrebbero ferire, intimorire o infastidire chi sta già facendo del proprio meglio ogni giorno.
Insomma, diciamo che peccano un poco di sensibilità. Ma così va il mondo. Pazienza. L’importante è sapere che mamme si diventa piano piano: accudire un bimbo/a vuol dire costruire un rapporto molto intimo. Ecco perché il poter fare i propri errori diventa necessario, utile (per entrambi i genitori).
Come rispondere allora a dei consigli non richiesti?
Innanzitutto bisogna considerare più fattori: bisogna saper distinguere i diversi tipi di consiglio, il tipo di persone da cui provengono ed il tono con cui vengono espressi. C’è differenza tra un consiglio dato da una cara amica piuttosto che da uno sconosciuto o da un conoscente che vedete tre volte l’anno, come c’è differenza tra un consiglio dato da una suocera invadente piuttosto che da una suocera sensibile o da una cugina che per voi è una sorella. Lo stesso vale se un consiglio viene dato da una pediatra premurosa piuttosto che da una persona che non ha né figli, né nipoti.
Sembra una cosa scontata ma il tipo di rapporto che sta alla base del legame tra la neo mamma e la persona che la consiglia fa la differenza. Certo è che a volte anche una dritta da parte di chi amiamo se detta con un tono saccente, critico o accusatorio può ferire. Il tono, dunque, ha la sua importanza insieme al linguaggio non verbale. In questi casi la cosa migliore è parlarne apertamente con la persona che sentite vicina a voi ed esprimere i vostri sentimenti, facendo leva sul fatto che si, non avete dubbi sulla sua buona intenzione, ma che apprezzereste una maggiore delicatezza la prossima volta.
Esternate senza vergogna alcuna il vostro desiderio di volere scoprire da sole come si diventa mamme anche perché ogni bambino/a è diverso, dunque, anche se farete degli errori, vi serviranno per conoscerlo/a meglio. Sicuramente una persona che vi ama per ciò che siete, si rivedrà in voi anni prima, rifletterà sulle vostre parole e avrà il tatto per dialogare sui vostri desideri, timori e sentimenti.
Se invece la persona che consiglia senza troppa ‘sensibilità’ è un conoscente o un estraneo (non che queste persone non possano farlo sapientemente. Qui si parla dei cosiddetti ‘ficcanaso’ e ‘inopportuni’, per intenderci), il modo migliore è rispondere mantenendo un tono educato ma serio, facendo capire che anche se siete mamme da poco non siete delle sprovvedute.
Arrabbiarsi o alzare la voce vi farà passare dalla parte del torto ma ciò che conta di più è che non farà bene né a voi ne al vostro bimbo/a, il quale risentirà ingiustamente del vostro umore alterato. In questi casi anche il partner gioca un ruolo fondamentale; è opportuno che vi protegga da situazioni che potrebbero ferirvi o innervosirvi.
Al netto di tutto ciò, perché non pensare a qualche frase pronta all’uso? Ad esempio:
“Grazie del consiglio ma essendo figlio nostro vorremmo crescerlo secondo il nostro punto di vista, secondo i nostri principi”.
“La mamma è lei quindi nessuno meglio di mia moglie/compagna può sapere cosa sia meglio per nostro figlio/a. Grazie comunque del consiglio”.
“La ringrazio, ma abbiamo già parlato con delle persone molto competenti a riguardo di ciò!”. Insomma, mostratevi educati ma anche sicuri. Altrimenti il pericolo è che continueranno a piovere consigli non richiesti.
Questo metodo rispettoso e diretto può essere usato “in extremis” anche con professionisti come pediatri o medici insensibili (purtroppo, anche se pochi ce ne sono), i quali potrebbero farvi sentire inadeguate e ignoranti. “A buon intenditore basteranno poche parole!”